Il tempo fa da sfondo a tutte le nostre attività, dona significato sequenziale ordinato a ciò che agiamo e pensiamo, ci colloca in un punto preciso di “qui e ora”, che trae il suo significato da quello che di passato è stato e di futuro potrà essere. Il tempo, nella sua impossibilità nell’essere immediatamente percepito concretamente, si traduce e sintetizza in un vero e proprio atto della mente e del pensiero, dei sensi, che, nella loro integrazione, gli danno significato e ne permettono l’interiorizzazione grazie anche ai processi di memoria. Il senso del tempo si connette direttamente con quello di spazio, che in esso trova forma ed espressione: atti motori, che in sequenza coerente, permettono l’espressione dell’azione finalizzata e di successo, rivolta allo spazio vicino a noi o lontano. Coordinare e sincronizzare le azioni che avvengono in un determinato tempo, avvalendosi di una buona integrazione tra i portali sensoriali, permette di comprendere e interpretare ciò che accade e, conseguentemente, programmare un piano d’azione di buon esito. Il tempo permette, quindi, l’espressione di atti motori, che, per definizione, comprendono movimenti in sequenza, inseriti nello spazio e utili alle più svariate attività della nostra vita quotidiana: sia si tratti di vere e proprie attivazioni prassiche riferite agli oggetti o che ci si riferisca ad aree d’azione e di pensiero diverse, correlate più direttamente ad apprendimenti altri, quali il pensiero matematico (pensiamo, ad esempio, alla successione ordinata, agli intervalli di quantità, alle misure) o linguistico (facciamo riferimento, ad esempio, alle etichette linguistiche quali “ieri”, “oggi”, “domani”, ecc. e ai numerosi elementi temporali insiti nella prosodia). In sintesi, il senso del tempo è presente in tutte le nostre esperienze e ci accompagna, dunque, in ogni momento della nostra vita. 

Numerose sono le strutture cerebrali che consentono di percepire e organizzare gli elementi fondanti della struttura temporale: la durata, l’attesa (che vede nella pausa il momento di collegamento percettivo e la differenziazione qualitativa tra gli elementi) e la successione ordinata di essi, oltre alla loro simultaneità. Di fondamentale importanza è dimostrato essere l’ippocampo che, congiuntamente all’attivazione di numerose altre strutture, concorre a costruire, recuperare e conservare il senso del tempo. 

Alla base della costruzione del senso del tempo, secondo Fraisse (1974), c’è il ritmo, che scaturisce dal ripetersi di strutture a complessità variabile in successione di elementi. La regolarità del ritmo avrebbe il potere di indurre, gradualmente, delle attivazioni motorie coerenti, che tenderebbero ad essere sincrone con il dato percettivo. Il bambino vive le prime intense esperienze legate alla struttura ritmica nelle sue interazioni con l’adulto di riferimento: in questo dialogo particolare, che segue regole precise di alternanza sincronizzazione, regolarità, interruzioni e riattivazioni, il bambino impara a definirsi, riconoscersi, attendere, prevedere e pone le basi solide per il proprio sviluppo fisico, cognitivo ed emotivo. La percezione del ritmo permette al bambino la definizione delle strutture temporali di base che favoriscono, a loro volta, le rappresentazioni del mondo esterno, del linguaggio, del gioco e delle interazioni sociali. Questa prima esperienza, fondamentale per lo sviluppo, si realizza in contesti significativi dal punto di vista affettivo, con conseguente partecipazione condivisa ed attivazione motivazionale, che sostiene in modo positivo le esperienze successive. 

La costruzione del senso del tempo

Per la costruzione del senso del tempo, rivestono importanza anche le routine, che accompagnano il bambino nei primi anni di vita e che gli permettono di strutturare e consolidare la possibilità di crearsi aspettative, nella ricorrenza di eventi certi e controllabili. Così com’è rilevante l’esperienza di giochi che contengano in sé una forte valenza ritmica, che quindi tengano in considerazione i turni d’intervento e il modificarsi dei tempi d’attesa. L’uso di oggetti, che mediano l’esperienza ritmica tra l’adulto e il bambino, è prerequisito per l’attenzione condivisa, la cooperazione e la condivisione d’interessi e obiettivi. Nell’evoluzione delle competenze percettivo-cognitive-emotive-sociali nel primo anno della sua vita, il bambino struttura temporalmente le attività, ponendo attenzione alla successione ordinata, alla durata e al ripetersi degli eventi, senza tralasciare sia gli aspetti ciclici (ricorrenti), sia quelli lineari che caratterizzano il dispiegarsi del tempo. 

In sintesi, le esperienze precoci consentono il crearsi di rappresentazioni implicite del tempo, alle quali succedono rappresentazioni esplicite, che comparirebbero intorno ai 4-5 anni d’età. L’integrazione e il coordinamento delle prime con le seconde permette al bambino di gestire il tempo al meglio e di muoversi con disinvoltura in esso, radicandovi gli apprendimenti. Come detto, non esiste attività della vita quotidiana che esuli dalla contestualizzazione temporale: senza di essa nessun atto motorio si dispiegherebbe in modo funzionale. Il bambino comincia da subito a costruire i propri riferimenti temporali, attraverso l’esperienza, e continua ad arricchirne i livelli di contenuto, rappresentativi e d’azione, in modo graduale, fino all’adolescenza. Inizialmente, i bambini rappresentano il tempo facendo riferimento agli eventi personali, alle routine che li accompagnano nella giornata, grazie alla mediazione degli adulti di riferimento; dai 3 agli 8 anni, vi è, gradualmente, il passaggio alla rappresentazione del senso convenzionale del tempo, alla base del quale c’è la capacità, sostenuta da buone strategie di memorizzazione, di ordinare in modo corretto eventi in sequenza (per esempio, nella rievocazione successiva dei giorni della settimana e dei mesi dell’anno). Per i bambini è importante acquisire la capacità di contare il tempo, integrando la comprensione dell’importanza della costanza del ritmo e delle etichette distintive (per esempio, per la lettura dell’orologio). Diviene, perciò, funzionale integrare le conoscenze temporali implicite con quelle esplicite, in modo da poter parlare e ragionare del e sul tempo, arrivando fino ad alti livelli metacognitivi, che permettono la riflessione su di esso. 

I fattori temporali sono, dunque, fondamentali nel processo di organizzazione multisensoriale che consente la creazione di rappresentazioni di senso che possono essere riutilizzate, modificate ed integrate a scopo funzionale. In molti disturbi del neuro sviluppo, quali, ad esempio l’autismo o la dislessia, l’organizzazione dei dati temporali risulta difficoltosa. Così come la scarsa capacità di coordinazione di atti motori in sequenza armonica è caratteristica dei disturbi della coordinazione motoria e la capacità di gestire il tempo d’attesa e il timing attivazione-disattivazione è complesso nei bambini con iperattività. Come poi possiamo pensare codifichino e organizzino le coordinate temporali bambini con gravi disturbi derivanti da esiti di paralisi cerebrali infantili o da patologie genetiche, che hanno possibilità magari ridotte di accedere ad esperienze autonome di movimento in spazi e tempi differenziati? 

Il metodo Sam (Sense and Mind)Kids

Il Metodo SaM (Sense and Mind) KiDs, è un approccio riabilitativo integrato (ari) che interviene in modo diretto e indiretto con attività strutturate, che consentono al bambino di accedere a esperienze di organizzazione dei dati percettivi tenendo conto, a titolo diverso, dei fattori temporali a essi correlati. Queste attività si sviluppano nei differenti spazi (peripersonale, extrapersonale lontano e noi-centrico), in cui quello del corpo è sempre il protagonista, in quanto generatore di azione, pensiero ed emozioni. Gli elementi temporali di base (struttura, alternanza, durata, velocità, simultaneità) si definiscono in modo sempre più preciso attraverso l’esperienza e si organizzano tra loro a seconda delle richieste. Con le attività del Metodo SaM KiDs è possibile intervenire sulle conoscenze temporali implicite con proposte che, seguendo la modalità dell’ errorless learning, consentono al bambino di sperimentare ritmi motori, coinvolgendo segmenti corporei diversi per collocazione e numero, sequenze di spostamenti del riferimento assiale cranio caudale su piani diversi dello spazio, nel rispetto di fasi temporali che si ripetono in un’unità di tempo; nello stesso modo è possibile far esplorare al bambino lo spazio a lui vicino, inducendo movimenti che rispettano la struttura temporale, alternando attivazioni e disattivazioni, nel rispetto di pause condivise, che danno senso al movimento successivo e al precedente. Le attività multimodal integration del Metodo SaM KiDs consentono un intervento rivolto alle conoscenze temporali esplicite, con la costruzione di azioni a complessità crescente che si sviluppano sia nello spazio vicino, sia in quello lontano, per la definizione di landmark di riferimento in sequenza e con distanze differenziate, percorsi che diventano mappe che, a loro volta, quando stabili e interiorizzate, possono essere modificate e opportunamente integrate. Si arriva a costruire vere e proprie strutture bi-tridimensionali, che contengono in sé spazio e tempo, sul quale è possibile innescare una riflessione metacognitiva che favorisca la generalizzazione e, dunque, l’esportazione dell’abilità acquisita nel contesto di vita. 

I bambini potranno così interiorizzare i riferimenti temporali che consentono alle funzioni esecutive di potersi esprimere al meglio, forti di acquisizioni quali la capacità di fermarsi, attendere, attivarsi al momento giusto, sostenendo la capacità di inibizione, quella di immagazzinare in memoria dati in modo ordinato, in sostegno della working memory. Le linee e i cicli del tempo possono diventare rappresentazioni mentali solide, che consentono ai bambini di collocarsi in un presente stabile e ricco di riferimenti utili e pensare al passato e a ciò che ha contenuto. Riescono così anche proiettarsi in un futuro, i cui elementi temporali e spaziali definiti, favoriscono la loro capacità di fare previsioni e ipotesi. In sintesi, con il Metodo SaM Kids si interviene costantemente per sviluppare, definire e consolidare le coordinate temporali e permettere ai bambini di interiorizzare quel senso del tempo che consenta loro di attribuire significato a tutte le azioni che si dispiegano nello spazio. 

Informazioni sul Metodo SaM Kids

Al termine del percorso il professionista avrà acquisito le competenze necessarie per lavorare nell’ambito del neurosviluppo con bambini e ragazzi che presentano difficoltà nella pianificazione del movimento negli spazi. Se desideri iscriverti al Metodo SaM Kids puoi farlo entro e non oltre il 12 marzo. 

 Per maggiori informazioni puoi contattarci a:info@spazioiris.it o direttamente allo 02/94382821.