Spazio IRIS ha avviato un Servizio di sostegno psicologico per coppie con problemi di fertilità e di accompagnamento alla procreazione medicalmente assistita (PMA). Abbiamo ritenuto doveroso nei confronti della nostra utenza, al fine di svolgere il nostro lavoro nella maniera migliore e offrire un servizio più qualificato possibile, allargare e approfondire la nostra conoscenza dei centri che attualmente si occupano di PMA a Milano. Consideriamo infatti fondamentale la collaborazione tra le diverse figure professionali e le diverse realtà che prendono in carico situazioni comuni, trattandole ognuno con le proprie specificità e competenze, nell’ottica di una presa in carico della persona nella sua totalità, nel suo duplice e inscindibile aspetto psichico e fisico. La prospettiva di fondo è che non si possa operare una netta separazione tra fattori somatici e fattori psichici, in quanto essi interagiscono tra loro in una stretta sinergia e in un’ottica complessa. Un approccio il più possibile integrato dunque tra la componente medica e quella psicologica, attraverso il quale si possa lavorare nell’interesse comune delle persone che si rivolgano a noi per problematiche riguardanti la fertilità.

milano-della-citta?I dati e le riflessioni che seguono sono il frutto di una preliminare esplorazione dello stato dell’arte dei centri di PMA a Milano dal punto di vista della consultazione psicologica.

Il sito dell’Istituto Superiore di Sanità aggiorna costantemente l’elenco dei centri che effettuano PMA in Italia. Per quanto riguarda la città di Milano (escludendo da una prima indagine la provincia) al momento risultano presenti 22 centri: 13 privati, 5 pubblici e 4 privati convenzionati. In meno della metà di questi centri è presente un servizio di consulenza psicologica: in 12 centri non compare nell’equipe la figura dello psicologo mentre in 10 è presente. Considerando questi 10, non sempre si capisce bene come sia organizzato il servizio, in uno funziona solo su richiesta dell’utenza e in un altro (che oltretutto è un centro pubblico e anche molto grande) l’ambulatorio di consulenza psicologica è attivo soltanto 3 ore a settimana (considerata la mole dell’utenza ci sembra davvero uno spazio molto limitato…). Ci sono però anche centri in cui lavorano diversi psicologi e psicoterapeuti e uno in particolare (pubblico) sembra essere molto ben strutturato.

In generale, contattando i centri in cui non è previsto il supporto psicologico, per far conoscere il nostro servizio, non abbiamo riscontrato al momento molta partecipazione. Al contrario, la chiusura e la rigidità hanno prevalso (almeno fino ad ora) sulla possibilità di una collaborazione (ma ci riserviamo ovviamente di aggiornarvi sugli sviluppi futuri). In un caso ci è stato risposto che eventualmente si fa riferimento solo a psichiatri… Da questo estremo patologizzante si passa poi ad un altro centro in cui vengono proposti dei non ben definiti “percorsi di benessere” per le coppie… Abbiamo incontrato però anche professionisti consapevoli dell’importanza di un approccio globale alla coppia che preveda anche la presa in carico psicologica, professionisti in grado di stabilire un rapporto di forte empatia con i loro pazienti e che si emozionano ancora ogni volta che con il loro contributo riescono a creare una nuova vita nonostante abbiano alle spalle una lunghissima esperienza.

Ma diamo uno sguardo alla normativa di riferimento. Nel 2008 sono state pubblicate delle linee guida che integrano e aggiornano le precedenti del 2004 (in riferimento alla legge 40 del 2004 «Norme in materia di procreazione medicalmente assistita» ). Tra le principali novità, l’indicazione che ogni centro per la PMA debba assicurare la presenza di un adeguato sostegno psicologico alla coppia, predisponendo la possibilità di una consulenza da parte di uno psicologo adeguatamente formato nel settore. Successivamente poi, le Nuove Linee guida contenenti le indicazioni delle procedure e delle tecniche di procreazione medicalmente assistita (pubblicate sulla G.U. Serie Generale n. 161 del 14 luglio 2015) affermano che “Ogni centro di PMA dovrà prevedere la possibilità di consulenza alla coppia e la possibilità di un supporto psicologico per la donna e le coppie che ne abbiano necessità. L’attività di consulenza e di supporto psicologico deve essere resa accessibile, quindi, in tutte le fasi dell’approccio diagnostico terapeutico dell’infertilità e, eventualmente, anche dopo che il processo di trattamento è stato completato, a prescindere dall’esito delle tecniche applicate. (…) I centri debbono assicurarsi che i soggetti siano consapevoli che l’offerta della consulenza venga fatta di routine. (…) L’offerta dell’attività di consulenza ad una coppia va sempre registrata nella cartella clinica sia che la coppia accetti l’attività di consulenza sia che la rifiuti.” Sembra dunque che vada proposta ad ogni coppia per prassi. Purtroppo però stiamo sperimentando che nella realtà tutto questo non avviene, o quantomeno nella realtà milanese avviene in meno della metà dei centri presenti. L’ambito dell’infertilità risulta ancora fortemente e a volte esclusivamente medicalizzato. Ma la riproduzione UMANA non è solo una questione meccanica, non riguarda esclusivamente il corretto funzionamento dell’apparato riproduttivo maschile e femminile. C’è ancora troppo spesso la tendenza a considerare psiche e corpo appartenenti a due pianeti diversi nonostante gli studi effettuati, sempre più numerosi, indichino ormai chiaramente il contrario.

miopia-glaucoma-20110701-size-598Inoltre, ancora molti medici fanno fatica a vedere la persona al di là della diagnosi. Eppure sono un punto di riferimento fondamentale e giocano un ruolo importante nell’assicurare che l’assistenza psicologica sia integrata nelle cure attraverso la loro relazione con il paziente come pure con l’equipe intera. E una presa in carico globale della persona potrebbe anche incidere positivamente sulle possibilità di successo degli interventi medici. Così come cambiare il vissuto emotivo di fronte all’insuccesso.

Un altro dato che colpisce è poi la tendenza a focalizzarsi maggiormente sulla donna (attraverso per esempio iniziative di gruppo) piuttosto che sull’uomo, come se nell’uomo il desiderio di avere un figlio non potesse essere pari (o in certi casi magari anche maggiore) rispetto a quello della donna. Certo le donne probabilmente sono maggiormente predisposte a parlarne e a chiedere aiuto, ma se nessuno penserà a coinvolgere anche gli uomini probabilmente rimarranno sullo sfondo. Ed è un’esclusione che non li agevola, così come non fa bene alla coppia e quindi neanche alla donna.

Per concludere, vorremmo riportare le parole di alcune persone che negli anni passati hanno scritto su forum on line sulla tematica dell’infertilità, perché riteniamo che così sia più facile comprenderne il vissuto emotivo: “Non so se essere triste, perchè oggi entro ufficialmente a far parte del club di quelle che se si riprodurranno sarà solo grazie alla scienza, oppure contenta perchè almeno avrò un aiuto più concreto da quest’ultima. Di certo c’è solo che, questo anno e mezzo (ovvero da quando io e mio marito abbiamo deciso di avere un bambino) è stato molto pesante, dal punto di vista fisico e psicologico…”.

Il sostegno che vi chiedo è che non riesco a pensare ad altro ed a come andrà a finire e se riusciremo ad avere un figlio. Inoltre, in caso di insuccesso, cosa devo fare per sostenere mia moglie e me stesso ?”.

Mio marito mi sta molto vicino e mi incoraggia sempre, diciamo che facciamo a turno, alcune volte sono giù io e altre volte lui”.

Incrociate qualcosa per me. Non servirà a nulla, ma mi alleggerirà il cammino di qualche grammo ed in questi tempi di fardelli piombati anche le piccole unità di misura rinfrancano il cuore”.

L’ansia negli ultimi giorni è sempre tanta e a braccetto con la speranza ci fa poi piangere quando è disattesa”.

Sono queste alcune delle emozioni che noi psicologi e psicoterapeuti raccogliamo e con le quali lavoriamo insieme ai nostri utenti, sostenendoli perché possano fronteggiare in modo sano le conseguenze dell’esperienza dell’infertilità, accompagnandoli nel percorso di PMA laddove intendano intraprenderlo o discutendo le alternative alla maternità/paternità, come l’adozione o l’affidamento, o ancora aiutandoli a scoprire l’alternativa di una vita piena e significativa anche senza avere bambini.

Caterina Mangano

Psicologa, Psicoterapeuta sistemico-relazionale