L’allattamento al seno, è da molti anni caldamente consigliato da tutte le varie linee guida e organizzazioni mondiali che si occupano di bambini e genitorialità.

allattamento_NIP13I vantaggi sono molteplici: ottimo apporto di sostanze nutritive e di anticorpi per il piccolo, aiuto nello sviluppo di un buon legame mamma-bambino, protezione per futuri problemi gastro intestinali per il bambino e tumorali per la mamma, soddisfazione di un desiderio naturale…sì, li conosciamo a memoria tutti i lati positivi, anche perché da qualche anno a questa parte, siamo letteralmente bombardati rispetto l’importanza dell’allattamento al seno. Siti, forum, gruppi e pagine su Facebook…tutti straripano di mamme e professionisti entusiasti, pronti a recitare a memoria la filastrocca del “quanto è bello allattare al seno, quanto fa bene…” e così via. E, sia chiaro, l’allattamento al seno è più che giusto: se si ha la possibilità, questo è il metodo preferenziale di allattamento, senza alcun dubbio.

Però…eh sì, c’è un “però”. Ed è un “però”, lasciatemi dire, davvero grande. In questo “però” si racchiudono tutte quelle situazioni in cui l’allattamento al seno rappresenta più una sfida e un’ansia che un gioioso e tenero momento da condividere con il proprio frugoletto. Queste situazioni esistono. Inutile far finta di niente. Inutile anche liquidarle come “svogliatezza o poco spirito di sacrificio da parte della madre”. Allattare è, per alcune mamme, davvero snervante: partendo dai dolori di schiena e arrivando alla mancanza di latte per stress o per costituzione, passando per il rifiuto del seno da parte del bambino.

Il momento del puerperio, ovvero dei primi giorni dopo il parto, è un momento molto delicato e difficile, sia psicologicamente che fisicamente. Gioie e paure si accavallano imbizzarrite, spesso senza lasciare spazio alla razionalità o, al contrario, provocando un distacco dalle proprie emozioni. Per una mamma potrebbe essere oltremodo destabilizzante avere difficoltà o non riuscire ad allattare il proprio bambino. Spesso in questi casi subentra l’idea di essere una “cattiva mamma”, di non riuscire a prendersi cura del proprio piccolo che, invece, dipende totalmente da noi. Spesso ci si sente spaesati e soli (parlo al plurale perché anche i papà provano questi sentimenti, non è vero?). Spesso si ricorre al consiglio di altre persone e, spesso, involontariamente si peggiora la situazione pensando di fare la cosa giusta (perché ha funzionato con l’amica o con la parente di turno). Mettiamocelo bene in testa: ognuno di noi è una persona unica e particolare e così lo è anche la relazione con il nostro bambino. Ciò significa che qualche cosa che ha funzionato con altre mamme potrebbe non funzionare con noi e viceversa.

 La-Terapia-Cognitiva-ha-Bisogno-della-Ricerca-quadrato-300Avere problemi nell’allattamento al seno non è la fine del mondo. Ci sono varie tecniche e vari professionisti pronti ad aiutarvi e consigliarvi, primi tra tutti quelli nei consultori. E’ molto probabile che i problemi che si hanno possano essere risolti con il loro aiuto, ma se questo non fosse possibile, mantenete la calma e mettetevi il cuore in pace.

Non si è un cattivo genitore se si hanno problemi nell’allattare al seno il proprio bambino. Non si è una madre snaturata se si decide di passare al latte artificiale dopo averle tentate tutte. Non si è cattive se non si vuole fare sacrifici estremi per riuscire ad allattare al seno.

Quello dell’allattamento è un bel momento, di condivisione e di cura. Un momento che davvero è fondamentale per la costruzione del legame mamma-bambino. Ma se viene disturbato e annebbiato dal nervosismo, dall’ansia, dal dolore, dalla stanchezza,…allora bisogna correre ai ripari per proteggere il nostro benessere psicofisico e quello del nostro bambino. Proteggete questo momento con denti e unghie. Proteggete la vostra relazione con vostro figlio, più che la sua relazione con il vostro seno.

Una saggia ostetrica una volta mi disse: “meglio un bambino sereno allattato con il biberon, che un bambino nervoso allattato al seno”. Sante parole!

Laura Corpaccini

Psicologo