Psicodiagnosi in età evolutiva

Cosa significa psicodiagnosi in età evolutiva

La psicodiagnosi è una valutazione in cui si ricercano e si riconoscono i segni che permettono una codifica del funzionamento psicologico del soggetto. Per raggiungere tale obiettivo si possono utilizzare i colloqui in associazione ad alcuni test (detti anche reattivi), per poi riconoscere aspetti comuni in ciò che viene raccolto in collaborazione con il paziente. L’interpretazione delle informazioni raccolte viene poi organizzata in un referto diagnostico, che è comunicato durante un colloquio di restituzione.

Se la psicodiagnosi viene effettuata con soggetti in età evolutiva, bisogna considera alcuni accorgimenti. In primo luogo, è necessario coinvolgere anche i genitori del soggetto: devono essere presenti durante i colloqui iniziali, in modo da fornire il proprio consenso informato e permettere di recuperare informazioni anamnestiche più accurate, nonché durante la restituzione, che viene fatta prima al bambino e solo successivamente ai genitori. Inoltre, i bambini tendono a stancarsi più facilmente rispetto agli adulti, dunque è preferibile non somministrare i test per più di due ore, poiché la stanchezza potrebbe influenzare l’accuratezza dei test.

La psicodiagnosi in età evolutiva è utile perché permette di comprendere il funzionamento e le difficoltà del bambino e dell’adolescente in diversi ambiti della vita quotidiana.

Tipologie di test

Esistono diverse tipologie di test, perciò il clinico deve scegliere lo strumento sulla base della propria formazione teorico-tecnica e della propria personalità. Inoltre, la scelta dipende dalle caratteristiche dell’utente a cui verranno somministrati, in particolare la sua età, dal contesto in cui avviene la psicodiagnosi e dal suo obiettivo.

Per l’età evolutiva, si possono individuare 4 grandi categorie di test:

  1. Test carta-matita: lo psicologo valuta un disegno del bambino, prendendo in considerazione sia aspetti formali che di contenuto. Questi test permettono di analizzare sia il funzionamento cognitivo che quello affettivo; è comunque sempre necessario tenere presente l’abilità pratica nel disegno del soggetto. Esistono diversi test appartenenti a questa categoria, che si focalizzano maggiormente su alcuni aspetti piuttosto che altri, ad esempio il disegno della figura umana, il disegno dell’albero, il disegno della famiglia.
  2. Test narrativi e/o proiettivi: al bambino viene chiesto di inventare una storia o completarla a partire da stimoli ambigui, ad esempio alcune immagini, forniti dallo psicologo. L’ambiguità degli stimoli facilita il meccanismo psicologico della proiezione, che consiste nell’attribuire elementi della propria esperienza interiore a stimoli esterni. Lo psicologo, quindi, interpreta ciò che viene narrato dal soggetto, facendo emergere aspetti della vita interiore e dell’esperienza del bambino. Gli esempi principali di test narrativi proiettivi sono il TAT (Thematic Apperception Test) e il Blacky Pictures Test.
  3. Test di matrice relazionale: grazie a questi test, lo psicologo può inquadrare meglio il funzionamento del bambino nel tessuto familiare. Un esempio di questa tipologia di test è il FAST (Family System Test), che permette di valutare la percezione che il soggetto ha delle relazioni all’interno del proprio sistema familiare.
  4. Test cognitivi e del livello intellettivo: permettono di indagare il funzionamento cognitivo e il livello di intelligenza del soggetto. Il test cognitivo maggiormente utilizzato è la WISC (Wechsler Intelligence Scale for Children).

Ambiti di applicazione della psicodiagnosi in età evolutiva

La psicodiagnosi di minori viene effettuata in diversi ambiti, in particolare

  • Ambito clinico: la valutazione psicodiagnostica permette di formulare ipotesi diagnostiche maggiormente accurate e svolgere la diagnosi differenziale, elementi utili nel progettare un adeguato intervento terapeutico. Inoltre, i test permettono di valutare l’andamento del trattamento stesso e di attuare prevenzione, infatti sono utili nell’individuare soggetti con maggiore rischio di sviluppare una psicopatologia.
  • Ambito giuridico-forense: la psicodiagnosi dei minori viene effettuata sia in ambito civile che penale.
    • Civile: la psicodiagnosi del minore viene richiesta in caso di affidamento o adozione, di separazione conflittuale, e di valutazione della responsabilità genitoriale.
    • Penale: la psicodiagnosi del minore viene utilizzata per scrivere perizie riguardo alla maturità del minore, alle vittime minorenni di circonvenzione di incapace, e alla competenza a rendere testimonianza.
  • Ambito scolastico: la valutazione psicodiagnostica nell’ambito scolastico riguarda principalmente i disturbi specifici dell’apprendimento e il funzionamento cognitivo dei bambini o adolescenti.

I limiti della psicodiagnosi in età evolutiva

Nonostante abbia molti punti di forza, precedentemente esposti, la psicodiagnosi in età evolutiva presenta anche dei limiti.

In primo luogo, la psicodiagnosi viene effettuata in un singolo momento e tenta di misurare il funzionamento del soggetto nell’hic et nunc, ma il bambino o l’adolescente sono esseri in divenire, costantemente in cambiamento, non a caso questa fase di vita è chiamata età evolutiva.

In secondo luogo, è necessario coinvolgere gli adulti di riferimento del minore. Questo è importante sia da un punto di vista legale, in quanto è necessario il consenso informato dei genitori o di chi ne ha la tutela, ma anche per la psicodiagnosi stessa. Infatti, i bambini oggi sono molto più dipendenti psicologicamente e operativamente dagli adulti di riferimento rispetto al passato, dunque risulta ancora più fondamentale considerare il contesto relazionale in cui sono inseriti. Il doversi confrontare con gli adulti di riferimento, inoltre, implica che il clinico debba prestare particolarmente attenzione all’evitare di designare il minore come l’elemento “rotto” della famiglia agli occhi delle figure parentali.

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Fonti

Cursio, L. (2013). Guida pratica alla consultazione psicodiagnostica in età evolutiva. Nuove prassi cliniche e transculturali: Nuove prassi cliniche e transculturali. FrancoAngeli.

Gandolfi, M., & Martinelli, F. (2008). Il bambino nella terapia. Approccio integrato alla diagnosi e al trattamento con la famiglia. Edizioni Erickson.

http://www.centroclinicospazioiris.it/i-test-proiettivi-in-eta-evolutiva-setting-a-confronto/

 

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