Elementi di valutazione psicodiagnostica

 

“I test in psicologia ci permettono di ottenere misurazioni obiettive che consentono di analizzare differenze tra reazioni psichiche di più individui o le reazioni psichiche dello stesso individuo in momenti o condizioni differenti”. Galimberti 

 

Psicodiagnostica: come scegliere lo strumento

 

In psicodiagnostica la scelta di quali test somministrare non avviene nel “vuoto” ma fa parte del processo diagnostico. Al contempo non esiste un reattivo in grado di fornire tutte le informazioni che servono al clinico. Pertanto test diversi permettono di indagare differenti aspetti. 

Per scegliere un reattivo bisogna avere chiaro quali informazioni si desiderano ottenere e, in determinati casi, considerare un’eventuale psicopatologia sottostante del paziente. 

Una volta individuato e somministrato il reattivo che più fa al caso nostro, i dati ricavati serviranno per formulare delle ipotesi sul funzionamento cognitivo, emotivo, intrapsichico, interpersonale del paziente al fine di fare una prognosi e dare un’indicazione utile di trattamento. Per ogni area (cognitiva, emotiva…) esistono strumenti specifici oppure, in alcuni casi, si possono estrapolare dati da test che misurano più tratti. 

 

 I fattori nontest

 

Quando si somministra un test il clinico deve eseguire determinate procedure; deve ad esempio attenersi ad alcuni criteri presenti nel manuale di riferimento. Vi sono comunque alcuni fattori che possono modificare a prescindere la risposta del soggetto. Vediamoli qui di seguito: 

Livello di motivazione
Modalità con cui il paziente reagisce alle difficoltà poste dal test 

Lo stato di salute
Condizioni emotive

Qualità della relazione con il clinico
Presenza o meno di un’alleanza diagnostica 

L’alleanza diagnostica, nello specifico, è un costrutto differente dall’alleanza terapeutica. Entrambe si differenziano per l’obiettivo: a breve termine e circoscritto quello della prima, a lungo termine e ampio quello della seconda.  Questo tipo di alleanza, quella diagnostica, ha una sua importanza in quanto in sua assenza è facile trovarsi davanti ad un test “muto”, con risposte di “facciata”. In questi casi i test non forniscono dati e possono essere l’espressione della mancanza di un’alleanza. 

Quando si considerano i bambini e gli adolescenti va posta una particolare attenzione a questi fattori poiché ad esempio è facile che il soggetto arrivi in consultazione poco motivato. È quindi importante che l’esaminatore ponga attenzione alle diverse variabili che potrebbero incidere sul risultato. 

Nello specifico quando parliamo della valutazione dello sviluppo, essa è un processo che misura il cambiamento nel tempo di un individuo rispetto ad una dimensione evolutiva. 

Non esiste una strategia unitaria di valutazione che permetta di cogliere lo sviluppo nella sua globalità. Ogni valutazione deve porsi degli obiettivi di tipo normativo ed applicativo tali da guidare il clinico nella scelta di quali strumenti utilizzare. 

 

 Master in psicodiagnosi in età evolutiva: test proiettivi, narrativi e relazionali

 

A settembre partirà la 10^edizione del Master in psicodiagnosi in età evolutiva: test proiettivi, narrativi e relazionali. Il percorso, articolato in 8 giornate formative, oltre a presentare un’introduzione della psicologia e della psicopatologia in età evolutiva, verranno introdotti test proiettivi, narrativi e relazionali specifici per i bambini. Per ogni reattivo presentato vi sarà un’introduzione all’uso dello strumento, alla somministrazione e alla sua interpretazione. 

Al termine del percorso verrà rilasciato l’Attestato di Master: “Psicodiagnosi in età evolutiva”. 

I posti sono limitati. Per maggiori informazioni visitare il sito o contattataci a formazione@spazioiris.it, 02 94382821.