L’ADHD è un disturbo che compare precocemente e, pur modificando le sue manifestazioni nel corso dello sviluppo, tende a permanere anche in età adulta, influenzando la persona in tutte le sue fasi di vita.

Fino a non molto tempo fa, si pensava che l’ADHD fosse un disturbo dei bambini e che tendesse a scomparire in adolescenza e in età adulta. Oggi, solidi dati epidemiologici nazionali e internazionali, ci raccontano uno scenario ben diverso:

  • L’ADHD è un disturbo complesso, i cui pattern sintomatologici possono cronicizzarsi ed esprimersi in modo diverso a seconda delle fasce d’età.
  • l’ADHD negli adulti ha un’incidenza significativa, interessando circa il 2,8% della popolazione generale maggiore di 18 anni.

Il disturbo si caratterizza per una gestione problematica e difficoltosa dell’attenzione che espone il soggetto ad una serie di difficoltà e fallimenti, con un impatto significativo sul benessere psichico e sulla qualità di vita.

Se è vero che l’ADHD non si risolve con la crescita ma persiste anche in età adulta, le sue manifestazioni sintomatologiche si modificano e si fanno via via più sfumate e meno evidenti.

Come si manifesta il disturbo ADHD nella popolazione adulta?

La disattenzione e le difficoltà organizzative tendono a persistere nel 90% dei casi. L’adolescente e l’adulto con ADHD appare spesso distratto e annoiato, ha difficoltà nel portare a termine le attività, passa spesso da un’attività all’altra, non presta attenzione ai dettagli, ha difficoltà di pianificazione e organizzazione. Può avere difficoltà nella compilazione di moduli e nella lettura di un testo lungo; tende a dimenticare gli appuntamenti, ad essere disordinata e dubbiosa e ha difficoltà a tradurre le istruzioni in azioni.

A queste criticità tendono ad associarsi disregolazione emotiva e mind-wondering.

L’iperattività si manifesta come difficoltà a restare seduti, costante sensazione di tensione e agitazione interna, logorrea.

L’impulsività si riconosce nella tendenza a non rispettare i propri turni e nell’iniziare o terminare relazioni e/o lavori in modo repentino.

La disregolazione emotiva si riconosce nella labilità affettiva, nei frequenti cambi di umore, facile irritabilità, scoppi d’ira, ipersensibilità alle critiche, scarsa tolleranza allo stress e alla frustrazione.

Negli adulti si manifesta in modo abbastanza tipico una mancanza di attenzione ai dettagli, che si associa a carenze nelle funzioni esecutive (in particolare le abilità di decision making e di memoria di lavoro) e determina compromissioni funzionali altamente invalidanti.

I quadri clinici appaiono comunque altamente eterogenei e caratterizzati da sintomatologia variegata.

Numerose sono le compromissioni funzionali che caratterizzano la vita adulta di un individuo sofferente di ADHD. Tra queste:

  • Bassi livelli di scolarizzazione,
  • Insuccessi lavorativi,
  • Problemi nelle relazioni sentimentali,
  • Tendenza all’isolamento sociale,
  • Incapacità organizzativa in ambito domestico e lavorativo,
  • Frequenti incidenti o infortuni,
  • Abuso di alcol e sostanze,
  • Frequenti contatti con il sistema giudiziario,
  • Bassa qualità di vita percepita.

I sintomi impattano nei diversi ambiti di vita della persona, determinando una compromissione funzionale e una scarsa qualità di vita per tutto il corso dell’esistenza.

Non è semplice riconoscere l’ADHD negli adulti, soprattutto nel caso di una prima diagnosi.

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