La crisi della famiglia tra dinamiche interne e contesto sociale
La famiglia, storicamente vista come il nucleo centrale della società, sta vivendo una profonda crisi, sia a livello delle dinamiche interne che nel suo ruolo all’interno della società moderna. Le relazioni familiari, che dovrebbero essere un sostegno e uno spazio di crescita, spesso diventano il teatro di conflitti non risolti, frustrazioni e sofferenze. Tale crisi può essere esplorata attraverso una visione olistica che abbraccia sia le dinamiche interne al nucleo familiare sia il contesto sociale e culturale che lo circonda.
La crisi interna: dinamiche familiari e sofferenza individuale
Uno degli aspetti chiave nella comprensione della crisi familiare è il legame indissolubile tra la sofferenza del singolo individuo e il sistema familiare nel suo complesso: spesso, la crisi individuale può essere un riflesso di tensioni più ampie all’interno del nucleo familiare. In questi casi un membro diventa il “paziente designato” o “porta sintomo”, ovvero l’individuo che esprime attraverso il proprio malessere un disagio che coinvolge tutta la famiglia.
La sua crisi non può essere compresa senza prendere in considerazione le dinamiche relazionali che si sviluppano tra lui e gli altri membri della famiglia. La crisi di un membro della famiglia, infatti, riflette le disfunzioni e i segreti che circolano tra tutti i membri. Serve, quindi, un modello clinico che sottolinei l’importanza di coinvolgere l’intera famiglia nel processo terapeutico, poiché solo attraverso un intervento su tutti i membri si può affrontare davvero la sofferenza individuale
Le relazioni familiari sotto pressione: tra aspettative sociali e fallimenti personali
La crisi familiare non si limita alle dinamiche interpersonali, ma è fortemente influenzata dalle aspettative sociali e culturali che gravano sui singoli membri: la famiglia, infatti, può essere vista come un microcosmo di ipocrisie, segreti e tensioni che restano latenti fino a quando un evento scatenante porta tutto alla luce. La crisi esplode nel momento in cui le aspettative sociali, ad esempio il dovere filiale di prendersi cura dei genitori o le aspettative familiari e sociali in ambito scolastico, entrano in conflitto con le aspirazioni individuali di ciascun membro della famiglia. Il conflitto tra doveri familiari e bisogni personali si manifesta qui come un tema centrale della crisi familiare.
La crisi sociale della famiglia: il ruolo della cultura ipermoderna
A complicare ulteriormente la crisi interna alle famiglie è il contesto sociale più ampio in cui esse sono inserite. Il crescente iperindividualismo ha frammentato i legami familiari tradizionali. Secondo Vincenti, la società contemporanea ha ridotto gli schemi sociali che un tempo strutturavano l’individuo, lasciando ciascuno a confrontarsi con una profonda sensazione di vuoto e solitudine. In questo contesto, la famiglia non riesce più a fornire quel senso di stabilità e sicurezza che le era attribuito nelle generazioni precedenti.
La crisi familiare, quindi, non riguarda solo le dinamiche interne, ma riflette anche una crisi culturale più ampia, dove l’individuo è lasciato a lottare con l’assenza di punti di riferimento sociali. In un mondo ipermoderno in cui la connessione sociale è spesso superficiale e transitoria, la famiglia è messa sotto pressione, incapace di svolgere il suo ruolo tradizionale di sostegno reciproco.
La risposta terapeutica: verso una clinica della presenza
Alla luce di questa crisi complessa, la risposta terapeutica non può limitarsi a un approccio riduzionista focalizzato sui sintomi individuali. La proposta clinica di Vincenti è quella di una “clinica della Presenza”, un approccio che invita sia il terapeuta che il paziente a riconoscere e accettare il proprio ruolo nel contesto familiare e sociale senza cadere nella trappola dell’adattamento passivo o della resistenza distruttiva. Questo approccio implica una consapevolezza attiva da parte del paziente dei propri legami e delle influenze sociali che lo plasmano, favorendo una trasformazione interiore che abbracci la complessità della sua esistenza. Attraverso il coinvolgimento di tutti i membri della famiglia, la terapia permette di esplorare le profonde connessioni emotive e i conflitti latenti, favorendo non solo il recupero del paziente designato, ma anche una maggiore consapevolezza da parte degli altri membri della famiglia delle proprie problematiche e responsabilità.
Conclusioni: la crisi come opportunità di crescita
La crisi della famiglia, che emerge attraverso le esperienze cliniche e le rappresentazioni culturali, riflette una complessa interazione tra dinamiche interne e pressioni sociali. In una società che promuove l’individualismo estremo, la famiglia si trova a dover rinegoziare i propri ruoli e significati. Tuttavia, attraverso un approccio terapeutico che riconosce la complessità dell’individuo all’interno del suo contesto familiare e culturale, è possibile affrontare e trasformare la crisi in un’opportunità di crescita e guarigione collettiva. La famiglia, pur nella sua fragilità, può ancora rappresentare un luogo di sostegno e di connessione, a condizione che venga affrontata nella sua interezza, con tutte le sue contraddizioni.
Riferimenti Bibliografici
- Abbruzzese, M., & Vincenti, E. (2024). Prendersi cura della sofferenza all’interno di una famiglia. Ricerca Psicoanalitica, 35(2), 554-558. doi:10.4081/rp.2024.935.
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- Vincenti, E. (2024). Resilienza, resistenza o presenza? Commento a ‘Per una psicoterapia d’ispirazione sociale’ di Luigi D’Elia. Ricerca Psicoanalitica, 35(1), 78-85. doi:10.4081/rp.2024.843.
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