La Psicologia dell’emergenza, in Italia, è stata ufficializzata nel 2001 con l’adozione dei “Criteri di massima organizzazione dei soccorsi sanitari nelle catastrofi” che stabiliscono la necessità di prestare sostegno psicologico a poche ore da un evento catastrofico.

Questa disciplina declina le conoscenze teoriche e metodologiche sui processi mentali, relazionali, comportamentali e sociali alle situazioni “non ordinarie”. Le situazioni “non ordinarie” includono non soltanto quelle calamità naturali che sconvolgono un’intera collettività, ma anche quegli eventi critici circoscritti che stravolgono la vita di una persona e/o di una famiglia. Ad essere determinante, non è infatti l’ampiezza del numero di persone coinvolte quanto l’imprevedibilità e la tragicità dell’evento.

Da un punto di vista psicologico, siamo in uno stato di emergenza in tutte quelle situazioni nelle quali sentiamo che la nostra sopravvivenza, o quella di una persona a noi cara, è a rischio.

Numerosi studi hanno dimostrato che i processi decisionali, in emergenza, vanno incontro a numerosi errori di valutazione. Sono stati evidenziati:

  • Un maggiore ricorso alle euristiche, scorciatoie mentali che ci permettono di semplificare la comprensione degli eventi e di prendere decisioni rapide (ma non necessariamente giuste);
  • L’utilizzo di meno informazioni di quelle che si hanno a disposizione;
  • Un’accentuazione degli aspetti negativi delle diverse opzioni di scelta;
  • La tendenza a scartare immediatamente l’opzione che ad una prima impressione appare inappropriata;
  • La tendenza a scegliere opzioni meno rischiose;
  • Una maggiore influenza del comportamento degli altri.

La Psicologia dell’emergenza studia questi fenomeni e interviene per facilitare la comparsa di strategie di comportamento più efficaci.

Chi si ritrova a vivere un evento altamente stressante come un terremoto, un’alluvione, un atto terroristico o, anche, una violenza personale o la morte di una persona cara per incidente stradale, vede potenzialmente minata la propria identità psicofisica, con conseguenze importanti anche a livello della rete sociale. La psicologia dell’emergenza interviene per preservare l’equilibrio di coloro che a livelli diversi sono stati esposti a un evento critico, offrendo contenimento emotivo e sostegno a sopravvissuti e soccorritori.

Lo psicologo dell’emergenza, infatti, sa bene che l’emergenza psichica non si risolve con la risoluzione concreta dell’evento catastrofico. Bisogna, infatti, considerare che da un lato ci sono le fasi pratiche di risoluzione dell’emergenza “esterna”, dall’altro le fasi psichiche di elaborazione dell’emergenza “interna”. L’elaborazione psichica prevede tempi e modalità diverse in base alle caratteristiche della persona, alle sue risorse interne e alla sua storia individuale.

Oltre ad agire a evento avvenuto, si occupa di previsione e prevenzione dei rischi e di programmazione e gestione dei soccorsi.

Chi è lo psicologo dell’emergenza?

Lo/a  psicologo/a dell’emergenza è uno/a  psicologo che ha approfondito lo studio della Psicologia dell’Emergenza, sviluppando competenze teorico-pratiche per lavorare nel campo. Si occupa prevalentemente di:

  • Analisi delle caratteristiche psicofisiologiche e sociali delle persone in situazioni di emergenza;
  • Identificazione di fattori di rischio e di fattori di vulnerabilità;
  • Identificazione dei fattori di protezione e delle strategie di coping più efficaci;
  • Individuazione delle condizioni che possono influenzare la variabilità della risposta all’evento traumatico;
  • Classificazione diagnostica post-traumatica;
  • Individuazione e utilizzo delle tecniche più adatte per il riconoscimento dei bisogni e delle strategie di coping dalle persone nei momenti di crisi;
  • Analisi dei fattori che influenzano il comportamento del singolo e della collettività durante l’emergenza;
  • Rischi dei soccorritori e conseguenze psicologiche della molteplice esposizione all’emergenza.

Operare come psicologi in situazioni di crisi ad alto rischio richiede un adeguato addestramento personale e una specifica formazione. Bisogna avere la capacità di sapersi adattare ai diversi scenari, ai differenti contesti naturali, antropici e culturali. È importante avere un atteggiamento flessibile e una certa predisposizione a saper costruire soluzione creative e originali, avendo però sempre chiaro in mente un modello concettuale che guidi l’azione e ne preveda gli effetti nel breve e nel lungo periodo. La Psicologia dell’emergenza rappresenta il quadro teorico-metodologico da cui partire. Essa fornisce, in particolar modo, conoscenze relative alle risposte cognitive, emotive, relazionali, psicosociali e comportamentali che si attivano in contesti di crisi; si indirizza al singolo, al gruppo e alla comunità e propone protocolli operativi per l’intervento sul campo,  orientati dalle norme etiche e guidati dai valori del vivere civile.

In questo video il prof. Fabio Sbattella ci racconta quanto sia importante la figura dello psicologo nei contesti di emergenza, a favore del contesto, della vittima e del soccorritore.

 

 

Master di Alta Formazione in Mindfulness in Ambito clinico

Il Master di Alta Formazione in Psicologia dell’Emergenza proposto da Spazio IRIS mira a preparare professionisti completi. Persone capaci di formare i singoli, le famiglie, i gruppi e le comunità a percepire, prevedere e prevenire i pericoli, prima che questi si presentino. Persone capaci di richiamare alla memoria gli apprendimenti nei momenti più confusi e convulsi, gestendo emozioni e operando per la salute propria e altrui. Persone capaci poi di trasformare eventi potenzialmente traumatici in memorie costruttive e occasioni di sviluppo e salute mentale.