Chi si occupa della prevenzione e della cura del disagio psichico sa bene quale ruolo cruciale abbiano le emozioni e i vissuti soggettivi nella genesi e nello sviluppo di condizioni di malessere psicologico e di forme psicopatologiche più gravi.
Spesso le persone fanno fatica a riconoscere quello che provano e a capire perché sperimentano certe emozioni in situazioni nelle quali non sembrano loro particolarmente appropriate. Non di rado, agli psicologi e alle psicologhe capita di trovarsi di fronte persone che chiedono aiuto per risolvere determinati problemi che, nel corso della consulenza, si scoprono essere assolutamente secondari rispetto ad altri più disturbanti ma meno facilmente identificabili.
L’ipnosi regressiva è una tecnica e uno stato della coscienza che permette alle persone di focalizzarsi sul proprio passato per poterlo elaborare e per ricategorizzare, in modo nuovo e più funzionale, gli eventi stressanti e, con essi, il presente che ne è derivato.
L’esperienza della regressione ipnotica consente di identificare, comprendere e mobilitare un potenziale di risorse mentali che fino ad allora era rimasto silente.
Non sempre è possibile rievocare ricordi durante la trance; a volte le difese della persona si attivano per proteggerla da qualcosa che, almeno per quel momento, è per lei troppo doloroso. In questi casi è fondamentale non insistere e rispettare i tempi soggettivi di ognuno.

Ipnosi regressiva: stati di trance

Nell’ipnosi regressiva si distinguono diversi stati di trance:

  • La pseudoregressione: attraverso l’isolamento sensoriale e la maggiore concentrazione permessa da questo stato di ipnosi, il soggetto è in grado di amplificare ricordi vaghi e/o rievocare fatti del suo passato che aveva dimenticato. Si tratta di una trance abbastanza superficiale da permettere alla persona di mantenere l’atteggiamento, la critica, le emozioni e i sentimenti del presente.
  • La rivificazione: anche in questo caso si ricordano eventi dimenticati o si migliora il ricordo di eventi poco definiti, però la trance è abbastanza profonda da permettere alla persona di rivivere anche l’atteggiamento, la critica, le emozioni e i sentimenti del momento ricordato. Nella rivificazione la persona ha la possibilità di identificarsi con il sé del passato. Questo procedimento implica che se si vuole aiutare il cliente a manifestare qualità da adolescente (come l’immaginazione), bisogna rivivificargli l’adolescenza, mentre se si vuole aiutarlo a manifestare qualità da bambino (come il fare finta) bisogna rivivificargli l’infanzia.

Durante la trance, il soggetto può risperimentare le esperienze passate attraverso diversi punti di vista:

  • In prima persona: il suo punto di vista coincide con quello della propria identità passata;
  • In terza persona: il suo punto di vista non coincide né con quello del sé passato né con quello del sé presente ma corrisponde a quello di un osservatore altro coinvolto nella storia;
  • Neutrale: il suo punto di vista si scinde in una sorta di Io narrante esterno, più o meno a conoscenza degli eventi della storia e solo relativamente coinvolto in essa.

L’obiettivo dell’ipnosi regressiva è quello di risolvere conflitti e disagi e recuperare risorse biologiche e spirituali che consentano al soggetto di evolvere. Con l’ausilio di questa tecnica, all’interno di un percorso di trattamento psicologico e psicoterapeutico, è possibile trattare l’ansia, il panico, la depressione, i disturbi del comportamento alimentare e le ossessioni. L’ipnosi regressiva è controindicata per pazienti affetti da un quadro di depressione maggiore in fase acuta, pazienti psicotici, pazienti minorenni, donne in gravidanza, pazienti cardiopatici e soggetti in terapia con farmaci anticonvulsivanti.
L’ipnosi regressiva permette al paziente di acquisire una maggiore flessibilità nell’assunzione dei punti di vista suoi e altrui, nonché di riscoprire le sue personali risorse e di utilizzarle in modo efficace per affrontare quello che la vita gli mette di fronte.

Workshop: l’utilizzo dell’ipnosi regressiva nel trattamento del disagio

Nel weekend del 28-29 marzo 2020, Milano ospiterà il Dott. Roy Hunter – ipnologo e ipnoterapeuta di fama mondiale – per un workshop altamente professionalizzante sull’utilizzo dell’ipnosi regressiva nel trattamento del disagio psico-fisico. Il workshop è destinato a professionisti psicologi e medici- psicoterapeuti che vogliono approfondire la conoscenza delle tecniche di ipnosi per la loro pratica clinica. La partecipazione è ammessa anche a studenti di psicologia e medicina interessati alla materia. I posti sono limitati. Per maggiori informazioni visitare il sito https://www.spazioiris.it/ o contattateci a formazione@spazioiris.it, 02 94382821.